Il percorso che mi ha portato a realizzare i mie spettacoli non è stato né difficile, né arzigogolato.
Dopo alcuni anni di Teatro, tra corsi e collaborazioni con alcune compagnie ho iniziato a scrivere e così in breve tempo quel testo ha preso vita ed è andato in scena. Lo spettacolo si intitolava mar@meo ed era un ensemble di situazioni e personaggi, il tutto legato da una moltitudine di giochi di parole.
Del resto io mi sono sempre sentito e sono, lontano anni luce da tutto l’emisfero comico che va di moda da circa quindici anni. Non ho mai amalgamato accozzaglie di sketch vari atti a creare un “repertorio” da portare in giro. Ho sempre ritenuto e lo credo tutt’ora che uno spettacolo sia qualcosa di più sublime, un qualcosa che alla fine dopo gli applausi e le risate debba lasciare qualcosa, sia essa una riflessione o un punto di domanda.
Io scrivevo e ho sempre scritto spettacoli, da cui ho poi eventualmente estrapolato pezzi da usare in serate miste o in laboratori test con autori. I miei spettacoli sono nati tutti su un onda emotiva che in quel momento mi investiva. Un po’ come i quadri di un pittore che non nascono per assecondare quella o quell’altra moda, ma perché era semplicemente ora che venissero alla luce, senza preoccuparsi di tutto il resto.
E così, dopo il sopra citato sono nati Harco dell 24 hore in pieno stile Teatro Comico, terabaC decisamente Cabaret, Italiaopoli da Nuova Gestione sontuosamente Satira & Canzone e infine Serratura in chiave di DO semplice Concerto Cantautorale.
Tutta farina del mio sacco, senza mai cavalcare nessuna moda o approfittando di qualche scopiazzatura qua e là. Quattro spettacoli attuali ogni giorno di più, lontani anni luce uno dall’altro, ma al tempo stesso legati da un sottile comune denominatore, la risata di testa. Quella che fa pensare e non solo ridere come palloncini gonfi.
A ciò segue da diversi anni, con la certezza che prima o poi vedrà la luce, la lavorazione di uno spettacolo di Teatro Canzone al 100%. Una profonda riflessione sulla mia generazione e su quella che l’anno preceduta e che la seguirà.